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‘Ndrangheta in Lombardia, in appello confermate le condanne del processo ‘Infinito’

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Quaranta imputati e pene fino a 20 anni a boss, imprenditori e manager della sanità. La Cassazione ha già confermato 8 secoli di carcere nel primo ramo d’inchiesta. Regione risarcita con 1 milione e 200mila euro

di SANDRO DE RICCARDIS

Dopo le condanne definitive della Cassazione – con gli otto secoli di carcere per il primo troncone del processo ‘Infinito’ sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia – la Corte d’assise d’appello ha confermato, con lievi riduzioni di pena, le condanne fino a 21 anni di reclusione inflitte in primo grado ai 40 imputati del processo con rito ordinario.

Quello che veniva definito in questo secondo grado era il secondo troncone di questo storico processo che ha già dimostrato nella sua parte più corposa (110 condanne confermate fino in Cassazione per quanto riguarda il processo abbreviato) la presenza della ‘ndrangheta in Lombardia che infiltra con metodo mafioso da Lecco a Pavia il sistema economico più produttivo e appetibile d’Italia.

DALL’EXPO ALLA SANITA’, GLI AFFARI DELLE COSCHE

Il collegio presieduto da Rosa Malacarne ha accolto, nella sostanza, le richieste del sostituto pg milanese Laura Barbaini. E’ stata confermata quindi la condanna a 18 anni di reclusione per Giuseppe ‘Pino’ Neri, che per l’accusa ricoprì il ruolo di ‘reggente’ nelle fasi successive all’omicidio del ‘capo dei capi’ in Lombardia, Carmelo Novella, assassinato il 14 luglio 2008, con il compito di riorganizzare le ‘locali’ della ‘ndrangheta nella Regione. Fu proprio Neri, nel 2009, a presiedere il summit nel circolo Falcone e Borsellino di Paderno Dugnano che portò alla nomina di Pasquale Zappia ai vertici dell’organizzazione criminale nella regione.

Pena ridotta di un anno, da 13 a 12 anni di reclusione, per l’ex dirigente della Asl di Pavia Carlo Chiriaco, accusato di aver favorito gli interessi economici della ‘ndrangheta con appalti pubblici e iniziative immobiliari facendo da ‘cerniera’ tra l’organizzazione criminale e la politica. Confermata la condanna a 13 anni e 6 mesi di carcere per l’ex carabiniere Michele Berlingieri, mentre la pena per il presunto boss Vincenzo Novella, figlio di Carmelo Novella, è stata ridotta: da 16 anni a 13 anni e 10 mesi.

Lieve riduzione, di nove mesi, anche della condanna a 13 anni di carcere inflitta all’imprenditore Ivano Perego. Mentre è stata aumentata di un anno la pena per il presunto boss Pio Candeloro, che in primo grado aveva preso 20 anni di reclusione. La Corte d’Assise d’Appello ha confermato anche il risarcimento da un milione e 200mila euro a favore della Regione Lombardia, di 500mila euro per la presidenza del Consiglio e di 300mila euro per ognuna delle altre parti civili: i Comuni di Bollate, Pavia, Seregno e Desio, la Provincia di Monza-Brianza.

“Ci attendevamo una sentenza diversa: attendiamo di leggere le motivazioni e poi faremo ricorso in Cassazione” ha spiegato l’avvocato Roberto Rallo, legale di Pino Neri. Valuteranno la strada del ricorso in Cassazione anche i legali degli altri imputati.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/06/28/news/_ndrangheta_in_lombardia_i_giudici_dell_appello_confermano_le_condanne_del_processo_infinito_-90216424/


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